From Italy: Olio, un decalogo per stanare chi ruba il valore del made in Italy

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“La maggioranza degli italiani spende più per l’olio del motore della propria autovettura che per l’olio extra vergine d’olia da portare in tavola”. La denuncia di Massimo Gargano presidente di Unaprol nel corso del convegno “Senzaimbrolio” che il consorzio olivicolo italiano ha organizzato con il Comando Carabinieri antifrodi comunitarie del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali a Bari. “L’olio extra vergine di oliva, sottolinea Gargano, è l’unico prodotto perennemente in promozione sullo scaffale italiano. C’è sempre un tre per due e quasi te lo regalano”. Da un’ indagine effettuata dall’osservatorio economico di Unaprol e presentata nel corso del convegno risulta che nei supermercati italiani vi sono oli extra vergini offerti ai consumatori tra 1,90 e 2,50 €, mentre un buon olio extra vergine di oliva italiano sullo scaffale, sempre in base a questa indagine, non potrebbe costare meno di 6,00 € il litro. “Bene allora, dice Gargano, l’intesa di Unaprol con i Carabinieri antifrodi comunitarie del Mipaaf per rafforzare la lotta alle frodi anche con nuovi corsi per istruire e formare nuovi Carabinieri con il diploma di assaggiatore di oli extra vergini di oliva”. Uno sguardo ai dati di settore. Dall’indagine Unaprol risulta che la campagna 2010/2011 ha dato un po’ di respiro alle quotazioni all’origine dell’extravergine. Il prezzo medio dell’extravergine nazionale per la 35ª settimana del 2011 si è attestato su un livello di € 3 al chilo. Continua ad essere consistente la differenza di prezzo fra l’extravergine italiano e ci si riferisce in particolare alla piazza di Bari e quello di origine spagnola. La differenza di prezzo è di € 1,55 (nella 35ª settimana del 2011), a favore del prodotto targato made in Italy e quello spagnolo. Il prezzo medio dell’extravergine sulla piazza di Bari per la 35ª settimana del 2011 si è attestato su un livello di € 3,50 al chilo. “Le aziende agricole vanno aiutate a crescere attraverso investimenti adeguati per incrementarne la ricerca e favorirne l’innovazione in modo da renderle capaci di competere sui mercati nazionali ed internazionali”. Ha affermato il presidente della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, Paolo Russo. “Le politiche di rilancio, ha aggiunto, debbono però tenere alta l’attenzione anche sulla salvaguardia e la tutela dalle frodi, dalle adulterazioni e dalle contraffazioni che danneggiano le imprese serie, distorcono i mercati, ingannano i consumatori ed offuscano l’immagine dei prodotti”. Va in questa direzione l’attività svolta dal nucleo antifrodi dei Carabinieri che svolge un’azione meritoria che aiuta l’agricoltura vera e consente ai consumatori una scelta consapevole. Un operato che diventa ancora più importante nei contesti di particolare crisi perché è proprio durante le congiunture negative che il mercato deve riconoscere ai produttori seri utile d’impresa e opportunità nuove. “Sarà questa, ha poi concluso il presidente Russo, la stagione della tolleranza zero nei confronti degli attentatori della buona tavola, della salute dei cittadini, del lavoro degli agricoltori onesti e soprattutto del nostro made in Italy”. Da quando è entrata in vigore l’origine obbligatoria in etichetta, il nostro prodotto nazionale viene scambiato sui mercati mediamente ad un euro in più rispetto a quello spagnolo. “Proprio per questo, ha riferito la senatrice Colomba Mongiello della Commissione agricoltura di Palazzo Madama, va difesa la ricchezza che produce l’origine obbligatoria in etichetta, perché chi inganna il consumatore con giochi di prestigio, deruba i produttori onesti di questo e impoverisce il Paese”. La senatrice Mongiello poi ha aggiunto: “Dobbiamo difendere un valore nazionale che è quello dell’origine dei mille territori italiani con la loro diversità e distinzione. Esiste una legge che è quella dell’origine obbligatoria in etichetta e va rispettata”. In Italia si producono mediamente 550mila tonnellate di olio. Se ne consumano più 700mila. L’export supera le 200mila tonnellate e si importano mediamente 400mila tonnellate di prodotto dall’estero. Del prodotto nazionale il 60%, pari a oltre 300mila tonnellate, è rappresentato da olio extra vergine di oliva. Il restante 40%, pari a oltre 200mila tonnellate è rappresentato da oli di scarsa qualità definiti lampanti. Il 30% degli oli extra vergini, circa 100mila tonnellate, rappresentano l’autoconsumo e la filiera corta di questo Paese. Vale a dire che per il mercato restano circa 200mila tonnellate di prodotto pari a 200milioni di bottiglie di olio extra vergine di oliva e quindi ci sarebbero circa 3,3 bottiglie di vero extra vergine made in Italy a testa per ogni italiano che consuma mediamente all’anno 13 chili di olio extra vergine di oliva. I conti non tornano. “Tempo scaduto, conclude Gargano, per i sofisticatori e per i loro giochi prestigio”. In allegato il decalogo: ‘Senzaimbrolio’

 

Fonte: http://www.aiol.it/contenuti/alimentazione/prodotti-di-qualit%C3%A0-e-bio/olio-un-decalogo-stanare-chi-ruba-il-valore-del-ma

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